Siamo una realtà che vive una passione per le persone incontrate nel nostro cammino. Crediamo che in ogni essere umano ci sia il desiderio di felicità, della realizzazione di sé e che il lavoro sia uno degli ambiti privilegiati affinché questo si realizzi. Nello svantaggio, sia fisico-psichico che sociale, questa realizzazione è ostacolata dai limiti e dalle fragilità della persona.

Il nostro lavoro si rivolge alle categorie protette, o comunque a tutti coloro che, a causa delle proprie problematiche, rimangono spesso ai margini e faticano a trovare il proprio ruolo all’interno della società. La cooperativa Il Carro ha creato negli anni, attraverso commesse e appalti con enti pubblici: lavoro conto terzi, forniture di servizi e posti di lavoro per disabili psichici, malati psichiatrici, carcerati o ex carcerati, ex tossicodipendenti, persone con disagio sociale. Si tratta di opportunità lavorative reali, in cui la persona è accompagnata a scoprire i propri talenti, svolgendo un’attività produttiva spendibile sul mercato, di qualità, che abbia rispetto della dignità della persona e che in nessun caso rappresenti una semplice “occupazione”.

Nella “Caritas in veritate” Benedetto XVI sottolinea che:

L’imprenditorialità, prima di avere un significato professionale, ne ha uno umano. Essa è inscritta in ogni lavoro, visto come « actus personae », per cui è bene che a ogni lavoratore sia offerta la possibilità di dare il proprio apporto in modo che egli stesso sappia di lavorare “in proprio”. Non a caso Paolo VI insegnava che «ogni lavoratore è un creatore».

Questa è la sfida in cui sono impegnati i nostri lavoratori che, attraverso percorsi difficili, fatiche, fragilità, possono fare tesoro del loro lavoro, vederne con soddisfazione i risultati, viverne anche le difficoltà per poi superarle, in un luogo che guardi a loro come una grande risorsa.