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Spesso in cooperativa ci ritroviamo a scherzare e a sorridere ricordando chi 35 anni fa si è inconsapevolmente dedicato a creare le solide fondamenta del Carro. Sì, perché nessuno poteva immaginarsi che dall’incontro di quei giovani ragazzi con le persone disabili del territorio potesse nascere un modello educativo che oggi consente al Carro di rispondere professionalmente ai bisogni delle persone fragili.

Osservare, ascoltare, ideare risposte e quindi accogliere, sono ciò che ci permette ancora oggi di non rimanere indifferenti al bisogno che incontriamo.
Competenze umane e professionali sono gli strumenti coi quali affrontiamo la realtà e diamo vita ai nostri interventi che in 35 anni di quotidiano lavoro sono diventati i nostri servizi.
Oggi Il Carro è una comunità in cammino composta oggi come allora, da persone che credono fermamente che dare una risposta ad un bisogno sia prima di tutto un dovere e farlo con umanità, gentilezza e onestà siano un obbligo.

Non è mai facile rimanere in equilibrio tra le giuste competenze da introdurre e il rischio del “tecnicismo” e della spersonalizzazione dei rapporti che trasformano la relazione d’aiuto in una mera erogazione di prestazioni sociali. Al Carro continuiamo a guardare le persone per la loro unicità e nella loro integrità cercando di non confondere il bisogno, la fragilità e la debolezza con l’identità personale. 35 anni di Carro ci hanno insegnato che non esiste intervento educativo efficace senza umanità, che non esiste competenza tecnica senza ascolto e che non esiste risposta efficace al bisogno senza prima l’accoglienza della persona.

Tutto al Carro nasce dalle storie delle persone, dal bagaglio di vita che ognuno porta varcando la porta e che con fiducia ripone nelle mani di qualcuno che se ne fa carico costruendo spazi e luoghi di reale accoglienza.
Oggi 96 persone lavorano al Carro, centinaia di persone tra utenti diretti, famiglie, enti, usufruiscono dei servizi educativi e lavorativi della cooperativa. Ognuno di questi servizi nasce da un incontro e ci racconta la storia di qualcuno e quello che 35 anni fa sembravo un semplice gesto spontaneo oggi è diventato un modello educativo che continua ad orientare il nostro cammino professionale.

Greta Montemaggi